Nel meraviglioso libro autobiografico di Anna Goldsworthy, una pianista australiana, viene raccontato il suo percorso pianistico dagli esordi al successo, incontrando in ogni capitolo un altro compositore e passando attraverso la storia della musica pianistica degli ultimi secoli.
Lingua: italiana
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Fu mio nonno a scoprirla. Pronunciò il suo nome con uno stravagante accento francese, il che la fece sembrare ancora più misteriosa e glamour.
Mrs. Siv-an.
Si era trasferita da poco col marito e un figlio adolescente ad Adelaide dove dava lezioni di pianoforte in una scuola superiore della periferia occidentale. Mio nonno era il responsabile regionale del ministero dell’educazione e l’aveva conosciuta durante una sua lezione, mentre faceva un’ispezione di routine.“Era vero gentiluomo, certo, molto affascinante,” mi raccontò lei più tardi, “ma con vera autorità,”e aggrottando le sopracciglia mi indicò col dito: “Lei insegnerà mia nipotina”.
Avevo nove anni e prendevo lezioni di pianoforte da un musicista jazz della nostra zona. Dopo la lezione gli piaceva andare in cucina dai miei, si preparava delle sigarette dall’odore particolare e parlava di Stevie Wonder. Mio padre aveva sfidato la forte autorità di mio nonno per anni e non vedeva alcun motivo per dover cambiare qualcosa di questa situazione, finché un pomeriggio il pianista Jazz si girò una sigaretta e annunciò che era giunto per me il momento di salire di livello.
“Ha superato il primo anno con una A, perdio! Dove andrà da qui in poi?”.Dato che non era più soltanto l’idea di mio nonno, mio padre l’accolse rassicurato.“Mrs. Sivan viene dalla Russia,” mi raccontò quella sera a cena. “Lei è sulla lista di Liszt.”
“Cos’è una lista di lis?”
“La lista di Liszt. Liszt insegnò all’insegnante dell’insegnante della sua insegnante.”
“E chi è Liszt?”
Mi lanciò una delle sue tipiche occhiate. “Un compositore molto famoso.”
Mi fece un bell’effetto sentirlo: se avessi preso lezioni da Mrs. Sivan sarei stata anche io sulla lista di Liszt. E ciò si abbinava bene al grande romanzo che mi immaginavo sarebbe stata la mia vita.